Teologo ed erudito italiano. Studiò Teologia presso l'accademia dei
nobili ecclesiastici a Roma; divenuto amico dell'arcivescovo di Pistoia Scipione
de' Ricci, entrò in contatto con gli ambienti giansenistici di Roma. Dopo
il sinodo di Pistoia, polemizzò con i Gesuiti e criticò lo sfarzo
e la corruzione della curia. Con lo pseudonimo di Fra' Colombano pubblicò
le
Lettere transpadane, nelle quali si dichiarò favorevole
all'episcopalismo. Nel 1796 abbandonò il sacerdozio e divenne un tenace
propagandista giacobino. Dopo la Restaurazione si rifugiò in Francia,
dove fu deputato al Corpo legislativo. Si occupò di antichità, in
particolare delle iscrizioni ritrovate a Velleia; scrisse dissertazioni storiche
(Piozzano, Piacenza 1761 - Ruebelle, Montmorency 1842).